ULTIME NEWS

Il Blog di Team Duemila

Welfare aziendale: il dipendente al centro dell'azienda

Fare Welfare aziendale vuol dire mettere le persone al centro dell’azienda; vuol dire investire sul proprio capitale umano. La nuova frontiera per consulenti e imprese consiste proprio nel creare le condizioni favorevoli al benessere del dipendente.

Il connubio tra lavoro e lavoratore si fa sempre più strategico, poiché migliora la produttività, il clima aziendale e l'appetibilità di un'azienda verso attuali e potenziali dipendenti.

E' finalmente assodato che un miglioramento della vita lavorativa ed extra lavorativa di tutti i dipendenti porta benefici anche all'azienda. In Italia un grosso nome come Luxottica l'aveva capito già nel 2005, realizzando un piano welfare per contrastare, tra le tante cose, il fenomeno dell'assenteismo: andare incontro ai dipendenti nei problemi legati alla gestione della famiglia, e in generale della vita extra lavorativa, ha aumentato l'attaccamento dei lavoratori all'azienda perché li ha resi più sereni, orgogliosi di essere parte di un’azienda attenta alle loro esigenze umane e di conseguenza anche più produttivi. 


La rivoluzione copernicana del welfare aziendale consiste nel mettere le risorse umane al centro dell'azienda. Fare welfare significa quindi programmare una crescita dell'impresa in armonia con la qualità della vita delle persone che vi lavorano: si tratta di offrire ai dipendenti un paniere di servizi che rendano più equilibrato il rapporto tra la vita privata e quella lavorativa.

Ciascuna azienda, grande, media o piccola che sia, può studiare e applicare piani welfare in base alle specifiche esigenze proprie e dei propri dipendenti.
I piani di welfare aziendali sono integrabili inoltre con convenzioni già attive , ma anche con servizi ad personam, assistenza integrativa, previdenza complementare


PERCHÈ PREFERIRE IL WELFARE AZIENDALE AI PREMI IN DENARO 

Le modalità con le quali ogni azienda può attivare il circolo virtuoso del welfare aziendale sono diverse. L’erogazione di servizi come i buoni pasto, per esempio, sono già stati superati; oggi fare un piano di welfare aziendale che sia davvero a supporto del dipendente significa considerare servizi come il babysitting, supermercato aziendale, stireria, pulizie, assistenza agli anziani, car sharing, giusto per citarne alcuni, di aiuto alla quotidianità.

Rispetto alle erogazioni in denaro, si è visto che i servizi e le utilità del welfare aziendale presentano dei vantaggi per sia per il dipendente che per l’azienda di non poco conto: per esempio non sono soggetti a tassazioni, riducono il turnover, ottimizzano il costo del lavoro, generando così notevoli benefici per il flusso di cassa. Ma non si limitano a questi esempi.
La conseguenza di tutto ciò non è solo di carattere economico, cosa comunque non trascurabile, e proprio a seguito di ciò spesso porta ad un aumento del potere d’acquisto del dipendente, ma soprattutto migliorano in generale il clima aziendale e la produttività.


VANTAGGI ANCHE PER L'IMPRENDITORE, MA CIÒ CHE CONTA È IL BENESSERE DEL DIPENDENTE

Le nuove politiche Welfare da parte delle aziende puntano più sulla qualità dell’ambiente di lavoro che sul mero introito economico, e vengono suggerite e sostenute dallo Stato con specifiche disposizioni legislative volte ad incentivarle e detassarle.
Tra i benefits più apprezzati dai lavoratori troviamo la flessibilità di orari (45,9%) e le convenzioni per garantire sconti e agevolazioni ai dipendenti (36,7%). Altri benefits permettono di incrementare il potere di acquisto dei dipendenti.

Piu' in generale è possibile affermare che la logica dei pacchetti di benefici economici e sgravi fiscali di cui può giovarsi l'imprenditore stesso, assolve proprio al fine di un maggior benessere del dipendente.
Ad esempio l'esenzione Irpef è concessa per prestazioni e servizi con fini di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria, culto della religione. E infatti, le manovre finanziarie dei governi italiani ormai tengono in grande considerazione, e lo considerano giustamente un approccio virtuoso, incentivare la diffusione del welfare aziendale con l’idea che prestazioni e servizi erogati dalle aziende al posto di premi ed erogazioni in denaro vadano defiscalizzati, poiché appunto hanno come figura centrale il lavoratore e il suo star bene, in azienda come fuori da essa.

Un approccio perseguito con tenacia, come dimostra (giusto per fare un esempio) l'esenzione IRPEF sull'utilizzazione di opere e servizi messi è a disposizione dei dipendenti e loro familiari: essa è possibile anche se prevista da disposizione di contratto, accordo o regolamento aziendale.

Ecco perché il welfare aziendale non può più essere considerato come un concetto astratto né opzionale e un’azienda che voglia restare sul mercato a lungo e prosperare deve per forza di cose considerarlo come una priorità da inserire nei suoi piani strategici.

 

Vuoi sapere come avviare un piano di Welfare aziendale?  SCARICA LA NOSTRA GUIDA GRATUITA

 

 

Scritto da Marco Dovere

In Team Duemila mi occupo di Risorse Umane